Even: la memoria dei giorni
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"Anche nella più cruda realtà, c'è spazio per i bei sogni". Un'affermazione caparbia, coraggiosa e luminosa quella che Esther Hillesum scrive nel suo diario. Le pagine che la giovane intellettuale olandese compone dal 1941 al 1943 si tingono delle sfumature più intime e profonde dell'orrore nazista, in una confessione intensa e sensibile. E sono proprio questi i particolari sui quali si fonda la nuova produzione del Teatro degli Acerbi, "Even: la memoria dei giorni, Omaggio a Etty Hillesum". Il testo abilmente scritto da Patrizia Camatel, anche attrice dello spettacolo insieme a Tommaso Massimo Rotella, che ha curato anche la regia, ripercorre gli ultimi due anni di vita della giovane, ispirandosi alle sue stesse parole. Facendo anche uso di alcuni passaggi salienti della testimonianza, i due eccelsi attori sanno da subito entrare nel cuore del pubblico, che viene coinvolto e rapito dalle emozioni che sanno suscitare. La prosa si unisce, così, alla danza e la gestualità si fonde nella musica di sottofondo accuratamente scelta. Patrizia Camatel, nelle vesti di Etty, sa rendere perfettamente le immote sfaccettature emotive della ragazza, con innata sensibilità e dolcezza. Al fianco Rotella, evocativo in ogni suo gesto, da corpo e anima al dottor Spier, psicologo a cui la Hillesum si rivolge. Nel vortice di scene si contrappongono sketch e momenti seri che sanno riflettere con assoluto rispetto i sentimenti della scrittrice olandese. Uno spettacolo per la giornata della Memoria che forgia le menti anche in tutti gli altri 365 giorni, una magia adatta a tutti i cuori, perché riesce a non cadere nell'ovvio, nell'autocommiserativo, nella trappola della ripetizione di concetti abusati e mai capiti. Attraverso gli occhi incerti e timorosi dell'interprete, che osservava la sua sorte da una grata perfettamente resa da una sedia capovolta, gli spettatori hanno potuto vedere il degrado dei vagoni su cui erano trasportati i condannati ai campi di sterminio o concentramento. Si vedono da una parte la famiglia Hillesum, dall'altra bambini e adulti, a cui veniva rimproverata l'esistenza stessa. Tutti insieme, senza fiatare, con la fine dipinta negli sguardi. In un angolo l'orrore della guerra prende la forma di una bambina, candida e pura nella sua tenera età. I suoi occhi sondano ciò che la circonda e la sua voce straziante nella sua ingenuità grida con voce fioca e sommessa lo scempio nazista. Un suono, quello delle sue parole, che il pubblico ha ancora stampato nel cuore, quando la morte aleggia nella stanza, senza essere nominata. Nel petto di ognuno cominciano a vibrare i passi di Etty che avanza verso la platea con un sassolino bianco in mano, ricordo, forse, di un momento felice, o della speranza e della fede che lei non ha mai abbandonato. La musica si intreccia con i pensieri, e sfuma in un retrogusto amaro che tutti hanno nel cuore. Uscendo dalla sala, si sentono piacevoli commenti... "I due attori con la loro bravura e in certe parti dello spettacolo anche con la loro simpatia son riusciti a renderci partecipi e a farci riflettere su un tema importantissimo che ogni anno è bene ricordare." "La rappresentazione in ricordo della giornata della memoria, molto emozionante, ci aiutava a riflettere sugli eventi del passato, senza sconvolgere gli animi più sensibili. Gli attori, anche nel rappresentare una storia piena d'orrore, sono riusciti a trasmettere i messaggi senza intristire il pubblico." "Uno spettacolo originale che faceva pensare a uno degli orrori più truci della storia, che ha legato destini di uomini e donne sotto a un potere abusato." "Ne sono uscita più matura e consapevole perché la bravura degli attori mi ha fatto immergere in una storia che ancora non conoscevo così bene." "L'essenzialità degli elementi in scena mi pareva riassumere stupendamente i concetti portanti della storia: una casa a cui si viene strappati, una cultura condannata, una ricerca di riparo dall'orrore della Shoah. Intensi entrambi gli interpreti. Mi ha colpito in particolare l'assenza di sguardo dell'attrice nelle scene finali: bravissima a calarsi nella parte. Ogni anno penso a ciò che successe durante l'Olocausto e questa serata mi ha lasciato molto nel cuore".
La magia del teatro ancora una volta è riuscita a trasmettere amore, amore nei confronti di una storia che va ricordata perché non venga ripetuta. E nella tiepida luce del ricordo, si avverte prepotente una domanda, che si instilla nelle nostre giornate :"Le discriminazioni razziali si sono davvero spente insieme allo sguardo indagatore di Etty, che è riuscito a guardare il cielo, anche quando tra le nuvole grigie non spiccava il sole, ma stelle di Davide?". Non c'è risposta, solo silenzi assorti, sorrisi velati, senza essere oppressi. E il sipario si chiude del tutto, le luci si abbassano, la vita ricomincia, nello stesso mondo che si era lasciato, un luogo imperfetto che con uno spettacolo così vien voglia di colorare!!
Sinossi
“I membri di una qualche antica tribù avevano la consuetudine di mettere una pietruzza bianca o nera in un vaso alla fine di ogni giornata, in base all’andamento positivo o negativo del giorno. Un’abitudine sensata. Poi, in occasione della morte di qualcuno, si rovesciava il vaso e si poteva quindi constatare se la sua era stata una vita felice o no. Invece di tale rito con le pietruzze, alla fine della giornata io potrei scrivere in questo quaderno [...]. Lo farò per un mese intero. Sarà divertente vedere come va a finire.” Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, 2012
Even è il termine ebraico che designa il sasso che si pone sulla tomba per ricordare le persone care: maggiore è il numero dei sassi, tanto meglio è onorata la memoria del defunto.
Il lavoro teatrale, come un umile sasso, vuole rendere omaggio alle vittime dell’orrore nazista di tutte le nazionalità. E lo fa attraverso l’atto “sacro” di raccontare una storia, per non far cadere nell’oblio tante di vite spezzate.
La storia prescelta, la voce rievocata, tra milioni, è quella di Etty Hillesum, giovane intellettuale ebrea olandese deportata e morta ad Auschwitz con la sua famiglia il 30 novembre 1943, a soli 29 anni. Nonostante la giovane età Etty ci ha lasciato un bellissimo Diario, sincero, intimo e poetico, che pagina dopo pagina ci schiude gli ultimi anni di vita dell’autrice: la vita famigliare, la maturazione della personalità, la permanenza al campo di Westerbork, le relazioni sentimentali, la più importante delle quali quella con il suo psicoterapeuta, Julius Spier, che da rapporto passionale diventa ben presto lo stimolo reciproco, per i due, a tendere ad un amore più grande e puro, rivolto a tutta l’umanità e all’unione tra Dio e la creatura.
Lo spettacolo è suddiviso in scene che tratteggiano Etty, il contesto storico, la sua reazione spiazzante all’orrore della Shoah. Per ciò che riguarda la stesura del testo, si fa largo impiego delle parole originali del Diario, scrivendo invece ex novo le parti di congiunzione tra le scene o gli adattamenti necessari per caratterizzare i personaggi in scena. Per ciò che concerne invece la messa in scena, il lavoro di regia dà corpo fisico alle parole, attraverso azioni sobrie, sintetiche, che lasciano spazio alla voce della testimonianza. L’uso del gesto espressivo e talora anche derivato dalla danza può aggiungere un linguaggio efficace ad alcune scene.
Etty, a soli 29 anni, è già approdata a conquiste spirituali altissime: nel tempo dell’orrore nazista, sente di dover salvare Dio nell’uomo, piuttosto che arrendersi a pensarlo indifferente o addirittura colpevole del dolore e degli abomini che l’uomo genera. E lo fa con il titanico coraggio dei martiri che affrontano il loro destino con fiducia, anche quell’ultimo giorno, sul treno per Auschwitz.
testo di Patrizia Camatel
con Patrizia Camatel e Tommaso Massimo Rotella
regia di Tommaso Massimo Rotella
Spettacolo per la Giornata della Memoria realizzato in collaborazione con il Centro Culturale Edith Stein di Bra, il Progetto Culturale della Diocesi di Asti, l'Istituto Oblati di San Giuseppe di Asti e l'Istituto per la Storia della Resistenza AT
PROMOZIONE: MASSIMO BARBERO 339-2532921 - DARIO CIRELLI 338-9852350
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