Adulto
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Sinossi
Ispirato dai testi finali di Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante e Dario Bellezza, Adulto è una ricerca sulla parte maledetta della crescita, quella che non matura, che non si dichiara, che non si esprime e che non si arresta: un’energia sotterranea e magmatica, devastante quanto generatrice.
Lo sguardo del pubblico è affacciato alla scena come alla rete da cantiere di uno scavo immaginale. Qui sono insabbiati gli oggetti ludici, erotici, i feticci e i travestimenti di un individuo abnorme e delicatissimo, che produce i suoi riti scabrosi in questo che sembra un luogo periferico, sospeso, tutto autogenerato, autonomo rispetto al resto del mondo.
Linee di led e radio analogiche sono i confini visivi e sonori della scena, un luogo della mente che restituisce suoni, bagliori, presenze: è un buco dall'attività frenetica, una fossa abitata da un unico personaggio, costantemente antagonista. Tuttavia questa non è la storia dell'ostilità alla vita o di un arroccamento, ma quella al contrario di una totale resa, di una spesa oscena di sé, di un'estasi fatale, unita carnalmente al fallimento.
Invece di crescere e divenire solido, l'io si disperde, si sparge, decresce, torna all'origine, fino all'utero materno. Le trasformazioni cui è sottoposto il personaggio trascendono il genere sessuale, la morale, il ruolo sociale, la direzione ordinaria della vita.
Tutto il processo è però attraversato da desiderio, amore, bisogno estremo e abominevole di tenerezza.
Si tratta di una bestemmia recitata con il rapimento di una preghiera, di un sublime sprofondare.
Le parole che compongono questa contro oratoria sono tratte dalle opere finali di Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante e Dario Bellezza, accomunate dall'essere liriche filosofiche, opere pericolose e azzardate, crolli monumentali che prefigurano la morte e sono assieme capaci di un pensiero visionario e rigenerativo sul divenire. Da questi testi controversi emerge la possibilità di un procedere diverso, interno alla vita, contrario all’essere unitari, finiti, coerenti, pienamente adulti.
ADULTO è, infatti, una dedica allo spirito che è capace di osare strumenti di conoscenza impervi e non convenienti, quali il regresso, il percorso a ritroso, l'involuzione, il ricorso all'infanzia, uscire dal genere e degenerare.
Regia Giuseppe Isgrò
con Dario Muratore
voci Ferdinando Bruni, Ida Marinelli
drammaturgia Francesca Marianna Consonni
suono Giovanni Isgrò
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