Agnus dei
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Difficile commentare uno spettacolo e un attore che si connettono con lo spettatore ad un livello così profondamente emozionale. Il consiglio è di andare a vederlo di persona e lasciarsi trasportare.
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Che dire Angelí (mi permetto di darti confidenza). Sono arrivato con aspettativa alta, certo della tua qualità e del tuo gusto artistico dopo Bestie Rare. Ma non ho trovato uno spettacolo... Ho trovato un tuo angolo, uno spiraglio tuo esposto alla luce di un palco. Mi aspettavo un testo recitato e ho trovato uno spaccato umano e fragile e allo stesso tempo forte e sereno nell'esporsi. Per quello ancora non so se mi è piaciuto tutto quello che ho visto. Non lo so perché. so che mi è piaciuto da impazzire il modo in cui mi è stato posto e la maestria della mano che mi ha preso e mi ha accompagnato nella nicchia distorta che hai messo in scena...anche facendo passo passo perder il disagio linguistico. Ma non tutto quello che ho provato mi è piaciuto. E anche di questo, te ne rendo merito. Spesso il disappunto e il disgusto provato eran veri e sinceri solo grazie al coinvolgimento che hai stabilito con il pubblico. Davvero davvero bravo Angelo. Davvero.
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L'Agnello di Dio è straordinario.
Spettacolo forte, intenso,
che ti lascia senza fiato
uno spettacolo così SI DEVE VEDERE.
Colosimo poi è eccezionale!
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Spettacolo intenso, ritmi serrati, subito una grande empatia dello spettatore nei confronti di un personaggio femminile così complesso, poi la sospensione del giudizio.
Cinico, delicato, poetico, vero, fa pensare e arriva al cuore. Sarebbe davvero un'occasione mancata non vederlo.
Consigliatissimo
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Non perdete questo spettacolo! È una preziosa possibilità di sospensione del giudizio sulle vite altrui, sia che ascoltiate la storia di questa donna con il cuore sia che la ascoltiate con la testa.
E l'attore? Bravo, bravo, bravo.
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Si ride e si piange....un monologo eccezionalmente interpretato
Pagine
Sinossi
Il monologo è incentrato sulla figura di una donna, aggrappata alla fede, segnata da un destino di emarginazione e solitudine. Sospesa in un soliloquio assurdo, narra la sua tragedia cadenzandola attraverso l’ossessiva ripetizione di preghiere, passi del Vangelo e versetti biblici rivisitati in modo grottesco dalla prospettiva peculiare della sua follia. Le canzoni attinte dalla tradizione popolare anticipano le sequenze della sua stessa narrazione celandone i contenuti. La tragedia si ibrida con le forme ludiche di una comicità surreale e straniante dove i fantasmi del passato si palesano dinanzi ai suoi occhi senza mai darle
tregua. E’ una donna disturbata che vive un presente eterno nel quale i fili della memoria fanno riemergere un sottofondo di sofferenza e tragedia.
Di e con: Angelo Colosimo
Regia: Roberto Turchetta
Luci: Nicola Caccetta
Musiche: Marianna Murgia
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