AmareMale
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Uno spettacolo che mi ha stupito. Marta e Lorenza riescono a tenere l'attenzione dello spettatore sempre vigile, facendolo sorridere e riflettere in un'ora davvero intensa e divertente.
Insomma uno spettacolo da vedere!
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In scena lo spettacolo dell'amore,sull'amore.L'attrice si propone di far luce sui sentimenti attraverso diverse chiavi di lettura,accompagnata musicalmente da un violino.Fra esperienze di vita e spunti letterari lo spettatore si troverà a riflettere sul nobile sentimento ormai perso tra NON DETTI della vita quotidiana.Emozionante! Andate a vederlo
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Spettacolo apprezzabile per i tempi di riflessione che lascia, mentre le note del violino scorrono; riflessione su un tema che non può non acchiappare l'uditorio, diciamocelo: chi non si è mai innamorato? Meno apprezzabile per la connessione logica non facile da seguire tra la trama recitata, le poesie lette, il ritorno alla realtà di Marta alla fine, però niente male il passaggio voluto dalla finzione alla realtà, coinvolge!
Commovente e intensissimo il monologo "Devi essere mia madre, mio padre..."
Dolce il ballo della violinista ,mentre quella che fin qui era stata l'attrice si è trasformata in cantante!
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una spettacolo che racconta della complessità delle relazioni, della potenza dei non detti all'interno di esse e delle tante possibilità dell'essere donna. Del rapporto con le altre donne, quelle dentro e quelle fuori di se. Bellissimo, divertente e commovente allo stesso tempo!
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Lo spettacolo più intimo che c'é, nel teatrino più piccino ch'esista a Torino, il giorno di San Valentino ; davvero un bel mix ben riuscito, e anche qualche lacrima, perché è vero : amare fa (anche) male !
Sinossi
AmareMale: posologia e interazioni.
Uno spettacolo sull'amore ai tempi della messaggistica istantanea. Racconti, poesie, pasticci e liste della spesa.
Produzione Settembre Teatro
Di e con Marta Bevilacqua
Al violino Lorenza Pontiglione
Scenografia e foto Cristina Le Noci
Illustrazione MrFijodor
“Gli amanti che passano la vita insieme non sanno dire che cosa vogliono l’uno dall’altro. Non si può certo credere che solo per il commercio dei piaceri carnali essi provano una passione così ardente a essere insieme. E’ allora evidente che l’anima di ciascuno vuole altra cosa che non è capace di dire, e perciò la esprime con vaghi presagi, come divinando da un fondo enigmatico e buio.” (Platone, "Simposio")
Per Platone l’amore rappresenta il collasso del linguaggio. È l’ingresso nella dimensione altra, quella della follia. Amore allora non come protezione ma come attraversamento, come qualcosa che espone, altera, incrina e inclina la nostra identità.
E le doppie spunte? E il visualizza e non risponde? E il ‘cisentiamocosìtanto’ che non ho più un cazzo da dirti?
Con Marta Bevilacqua e Lorenza Pontiglione. Grafica e Artwork Mr Fijodor
Produzione Settembre Teatro
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