Amuni'
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Alcune immagini molto belle e ben strutturate. Troppe parti danzate. Ne avrei tolte un paio. Subito divertono, poi però pesano un po'. Alcuni passaggi di testo mi hanno fatto pensare e le scene del bus, dell'aereo e della partita sono memorabili.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Ottimi attori nel recitare e ballare. Forse il soggetto poteva prevedere meno scene recitate...comunque validissimo.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Un applauso all'arte che ci rende tutti uguali. Spettacolo riuscito e a tratti commovente. Complimenti.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Attori bravissimi, avrei messo meno musiche e meno canzoni. Avrei messo più testo teatrale.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Molto bello. Ricco di poesia, allegria, momenti di tristezza...ma voglia di vivere e andare avanti! (AMUNI' produzione Voci Erranti)
Pagine
Sinossi
"Questa è la storia di una famiglia,
una grande famiglia.
Tanti figli, tutti maschi,
perchè papà diceva di tenere il seme forte
e mamma sapeva coltivare bene.
Ma un giorno papà partì.
Per dove? Non si sa.
Per quanto? Non ce lo disse.
Per cosa? Per portare qualcosa di più grande.
Venti anni. E oggi finalmente ritorna,
torna a casa.
E facemu festa. Una grande festa."
“ Davanti a me vedo un gruppo di detenuti che si muovono in un grande spazio vuoto.
Li osservo e vedo uomini nel pieno della vita, nell'età di essere padri.
Basta un gesto involontario o una parola uscita dal controllo e la visione cambia completamente, ora li vedo figli.
Figli-padri, padri-bambini, figli difficili e padri assenti, figli senza padri non perchè orfani ma in quanto privi di padri autorevoli, testimoni delle responsabilità della vita.
Ora vivono nell'attesa del ritorno alla libertà e nel frattempo, diventati loro stessi padri, attendono il ritorno del padre”.
br/>
Questo è il punto di partenza dell'ultimo lavoro svolto dalla Compagnia Voci Erranti con i detenuti del Laboratorio Teatrale del carcere di Saluzzo.
13 detenuti, diretti da Grazia Isoardi e con le coreografie di Marco Mucaria, portano in scena una storia di figli che attendono il ritorno del padre e nell'attesa, attraverso i ricordi, ritornano a loro volta bambini per poi prendere consapevolezza della propria paternità.
E' passato il tempo del padre-padrone e del padre-eroe, ora viviamo la necessità di avere padri testimoni di come si possa trasmettere ai propri figli e alle nuove generazioni la speranza nell'avvenire, il senso dell'orizzonte.
C'è da chiedersi se esiste un'alternativa alla guerra tra generazioni e all'individualismo senza speranza che caratterizza le relazioni quotidiane.
Telemaco, il figlio di Ulisse, ha atteso il ritorno del padre, ha pregato affinchè si ristabilisse nella sua casa, invasa dai Proci, la Legge, ma oggi nessuno sembra più tornare dal mare anche se tutti abbiamo, almeno una volta, guardato il mare in attesa che qualcosa da lì tornasse.
Lo spettacolo viene realizzato, nonostante le gravi difficoltà che l'istituto penitenziario presenta come tutti i carceri italiani, grazie alla ferma volontà del Direttore Dott. Giorgio Leggieri, del Comandante e degli agenti di Polizia Penitenziaria,degli Educatori e grazie al contributo della Compagnia di San Paolo di Torino.
Scritto e diretto da Grazia Isoardi
con gli attori detenuti della Casa di Reclusione R.Morandi - Saluzzo
coreografie di Marco Mucaria
produzione Voci Erranti
Gallery
Prossime date
Nessuna data in programma
Scheda tecnica
Scheda tecnica non disponibile.
Seguici su