Dopodiche
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
L'idea alla base dello spettacolo è davvero gustosa, cosi volutamente ignorante da stupire anche nei suoi passaggi più semplici. Il gioco cinico e spietato degli attori coinvolge e si ride molto (provando un po'di imbarazzo per il livello bassissimo che ogni tanto si tocca). E' uno spettacolo catartico, da vedere senza prendersi troppo sul serio (la figura femminile ne esce demolita ma possiamo riderci su); è specchio di una realtà e di un tempo - il nostro- che si spera finisca. Per ora - seduti in poltrona- ci si fa una grassa risata e poi, al massimo, ci si ammazza (come il "gioco del disagio" insegna) e non ci si pensa più.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Spettacolo sicuramente divertente e coinvolgente. Bravi loro e simpatici, ovviamente, l'unica critica va al linguaggio, in alcuni momenti ostentatamente volgare.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Recensione di Roberto Zunino:
Di solito non faccio facilmente "recensioni" di spettacoli, ed in questo caso in maniera totalmente disinteressata ... che dire, quattro attori strepitosi, una foto perfetta dei nostri tempi, tagliente, esilarante, precisa, colta, comicissima con molti affondi rapidi toccanti ma subito il delirio ricomincia.
Un ritmo perfetto, anche troppo elevato se non sei abituato allo spettacolo dal vivo, si ride, si ride molto, per un ora ma è molto più di cabaret.
Il pretesto? originale e stupidissimo però tira la volata e contiene tutto, tutto quello che vogliono dire questi quattro, ed è tanta roba.
Ai miei allievi come posso spiegare la forza la pulizia e la precisione di questo spettacolo?
Un manuale di teatro, di teatro comico, di bel teatro comico.
Vorrei rivederlo subito per memorizzare anche solo una piccola parte di quello che ho visto.
Grazie Enrico rivederti è stato un piacere e ancora complimenti a tutti.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
RECENSIONE DI SCIARADA BLOGSPOT:
Dopodiché, stasera mi butto. Non è solo il titolo dello spettacolo, ma un vero e proprio consiglio. Perché siamo una generazione disagiata: proletari ma senza prole, la generazione di mezzo, ma in mezzo a cosa esattamente? La stessa che pratica le tre D più consone al loro modo di vivere e vedere il mondo: Distrazione, Disinteresse e Disaffezione. Noi giovani siamo tutto questo, ma anche altro. Capaci di creare divertimento e spensieratezza in un’ era che ruota intorno a smartphone e social network. Uno spettacolo giovane, fatto da 4 giovani ragazzi e indirizzato ai loro coetanei disagiati, in questo caso rappresentati dal laureando, lo stagista e il precario, i quali sono alle prese con un gioco mortale (anche il termine “mortale” è da prendere alla lettera). Chi vincerà? Trionferà la voglia di andare avanti, prendersi sul serio ma non troppo e riderci su. Spettacolo molto piacevole: le risate e gli spunti creativi si susseguono a ritmo frenetico. Frizzante, come un giovane (o un’ intera generazione) che si vuole rimettere in carreggiata e ripartire. Vincitore del concorso "Giovani Realtà del teatro 2013", menzione speciale della giuria al premio "Scintille" 2013 di Asti Teatro 35 e al premio nazionale "Intrasito"- teatro Akropolis 2013. Nonostante l’ora abbondante di performance, il tempo è passato piacevolmente in fretta. Morale della storia? Stasera mi butto (metaforicamente o no), ma preferibilmente è meglio aggiornare lo status di facebook prima.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
RECENSIONE DI TINDARO GRANATA:
GENERAZIONE DISAGIO
Di solito scrivo pensieri, parole, opere e omissioni…o sono missioni??? No, sono omissioni!
Di solito me le scrivo per me, quando e se, vedo uno spettacolo bello e figo.
Se lo spettacolo è brutto, capita, a volte, nella selva oscura della valle dei teatri…
Se lo spettacolo è brutto penso che ogni scarafone è bello a mamma soje e quindi mi pacifico le anime.
Ieri ho visto Generazione Disagio.
Lo spettacolo è bellissimo.
Loro sono bravissimi.
Generazione Disagio è un o spettacolo che parla una lingua “giovane” che arriva al cuore degli spettatori. Persino a quelli rari, in via di estinzione, i più difficili da accontentare e da trovare nelle sale teatrali : i giovani!
Forse è il primo spettacolo di grande risate e grande partecipazione, che vedo attorniato da pubblico vero: quello che la mattina fa lo studente o la commessa o il benzinaio o lo stupratore di vecchiette; pubblico raccolto per strada dagli stessi attori che, come zingari che elemosinano sigarette mezze fumate, questi geniacci di ragazzacci cercano di reclutare persone che vadano a teatro.
I generatori di disagio si son messi nelle piazze e per le strade di Torino a far pregustare, ai passanti, un piccolissimo assaggio (come una spruzzata di pistacchi tritati sulla ricotta del cannolo) di quello che vedranno a Generazione Disagio , se andranno a vederli a teatro.
La gente ci va! Assurdo. E’ bellissimo, la gente ci va a vederli!
Tre di personaggi . Forse quattro se si conta quello che conta!
Uno è Luca Mammoli, che concreto e lucido ci mostra un personaggio vestito alla Mario Bross.
Un attore che recita italiano e porta un personaggio italiano. Grazie al cielo ci sono attori che non imitano le fighissime serie americane che il 93% dei giovani attori ha preso come modello recitativo.
Lui è italiano, fortunatamente e lo fa, anche. Cazzo, non sono razzista ma andassero a fan culo gli americanizzati . Gli originali, sono bravissimi ma noi siamo italiani e se si recita italiano…
Mammoli porta in scena un modello di attore che ricorda i nostri grandi grandi vecchi predecessori. Bravissimo a beccare battute e risate a crespelle o a crepapelle.
Uno lo fa Enrico Pittaluga, che da buon figlio di una buona donna, ha una capacità di improvvisazione che neanche Valentino Rossi in una curva dove spunta un gatto nero che gli taglia la strada.
Davvero sempre pieno di gioia e di vita, un talento di simpatia è Enrico, che sulla scena restituisce la bellezza di chi ci crede nel teatro. Bravissimo a dare gioia e amarezza (come una carezza e un pugnale, la canzone di Celentano).
Uno è Alessandro Bruni Ocagna, che si arrampica sul filo dei suoi desideri e ci regala una scena in cui Vivaldi lo salva da un suicidio. Che bello che un ragazzo del 2014 possa essere salvato dall’ascolto di Vivaldi. Ci vuole anima bella per poter riempire alcune scene, come ad esempio questa di Vivaldi.
Ci vuole forza e bellezza interiore e Alessandro ce l’ha. Bravissimo e divertente nella sua inutile bellezza che mostra per fare la foto del profilo FB. Bravissimo vero.
Un’ altro è Graziano Sirressi.
Che problema avete con lapostrofo? Graziano Seressi non ha problemi con gli apostrofi! Bravissimo Dante e Virgilio, messi insieme, conducono il gioco del suicidio dei tre personaggi, dandogli un carattere buffo naif crem brulè e super bravo. Riesce ad essere bravo anche quando parlano gli altri. Si fa scivolare le battute argute e sottolinea quelle paffute. Bravissimo, che dire DOPODICHE’ ?
Nel testo ci sono le parolacce, per me un po’ troppe, ma cazzo, ogni tanto si posso usare, se fatto intelligentemente. Minchia, loro sono riusciti essere intelligenti e comunicativi.
Tra una risata e l’altra, fortunatamente, tra tutte le risate che ci sono state, si è riusciti a scendere nella malinconia di un disagio comune a tutti noi up 30 e non solo. E’ una società che sta spingendo i propri giovani al suicidio? Forse sì, perché c’è una gran parte di italiani che hanno un’età compresa tra i trenta e i quaranta che non ha avuto il futuro che sognava, e cosa più grave, non avrà mai neanche una riabilitazione nella storia futura, perché forse, vedendo lo spettacolo mi viene di chiedermici chiedercivi se forse dovremmo buttare tutto all’aria, mandare al diavolo tutti i nostri comandanti e occupare a forza i posti che si tengono stretti e che ci spettano di diritto. Poi mi chiedo che forse io, come i personaggi interpretati da Alessandro, Graziano, Luca ed Enrico, sono un’ incapace (come prima per lapostrofo) di reagire veramente. Sono forse incapace di fare qualcosa per non lentamente muore chi …di Neruda.
Lo spettacolo potrebbe essere preso a pretesto per diventare un piccolo manifesto generazionale, un viagra per non afflosciare la nostra voglia di diventare persone migliori. Dopo aver visto lo spettacolo ero contento di essere andato a vedere dei ragazzi che sono la parte più bella del nostro teatro italiano.
Uniche cose che per mio gusto non mi sono piaciute :
1) allestimento troppo “amatoriale” o “improvvisato”.
2) La preghiera finale, troppo d’effetto e poco fondata su una vera e reale necessità, sia del personaggio che del testo. Per mio gusto, ovviamente, opinabile sempre e comunque. Il resto: meraviglia!
Dimenticavo…lo spettacolo parla di tre ragazzi/personaggi che rendendosi conto dei loro fallimenti, partecipano ad uno strano gioco dell’Oca, per arrivare al suicidio.
Un conduttore li porta ad analizzare le loro miserie, che sono i punti stessi che faranno arrivare i ragazzi alla vittoria: al suicidio!
Loro, sicuramente hanno vinto, tutti. Lo spettacolo è da vedere, perché sì!
Perché tutti gli spettatori erano felici dopo averlo visto, me compresso!
Tindaro Granata
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Sicuramente uno degli spettacoli imprendibili del fringe di quest'anno!
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
molto bravi. davvero.
uno spettacolo divertente, senza peli sulla lingua, una tecnica in scena molto alta.
ho riso moltissimo e mi sono anche fermata a pensare.
mi permetto però di dire un paio di cose: forse i personaggi potrebbero essere più veri, più reali. il gioco scenico funzionerebbe lo stesso secondo me.
forse sarebbe interessante andare un po' di più in profondità, vedere cosa capita, vedere se si riesce sempre a fare ridere così.
in quel caso sarebbe una grandissima vittoria.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Grandi, grandi!!! spettacolo da non perdere! Geniali, divertenti, ironici e belli! Ritratto cinico del mondo d'oggi giocato fino in fondo e affidato al caso del lancio di dadi che determineranno la vita o la morte dei protagonisti senza alcuna speranza. Da vedere!!
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Da vedere! Uno spettacolo cinico, divertente, ironico, autoironico, che lascia l'amaro in bocca ma che si rivedrebbe volentieri.
Era da tempo che non ridevo così tanto a teatro!
Unica pecca...e il lato femminile? :)
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Bravi. Una bella idea e tanta energia in scena. Il gioco dell'estate! Sappiamo che esiste da un po' anche una "generazione disagio femminile", dovreste collaborare.
Pagine
Sinossi
Sappiamo chi sei.
Tu sei un disagiato. Lo sai tu e lo sappiamo anche noi. Sappiamo quante energie sprechi per non farlo vedere. Fratello disagiato, basta. Il disagio non è un ostacolo sulla strada, il disagio è la strada. Non cercare di cambiare te stesso. Non cercare di apparire migliore. Accettati come sei: pigro, inetto, inconcludente, dispersivo, vile. Noi ti vogliamo bene così. Non preoccuparti: elimineremo assieme ogni senso di colpa, ogni residuo di frustrazione. Noi siamo qui per aiutarti. Siamo portatori di un messaggio universale che si esprime attraverso la pratica delle tre d: Distrazione, Disinteresse, Disaffezione. Stringi la mano che ti porgiamo. Il futuro è nostro. Grandi giorni di festa si avvicinano. Noi siamo la Generazione Disagio. E ce ne sbattiamo il cazzo.
Spettacolo vincitore del concorso GIOVANI REALTA’ DEL TEATRO 2013 | Menzione speciale della giuria al premio SCINTILLE 2013 di Asti Teatro 35 Menzione speciale della giuria al premio nazionale INTRANSITO - Teatro Akropolis 2013
Di e con: Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Alessandro Bruni Ocaña, Luca Mammoli Regia: Riccardo Pippa Scene e Locandine: Duccio Mantellassi e Niccolò Masini
Gallery
Prossime date
Nessuna data in programma
Scheda tecnica
Scheda tecnica non disponibile.
Seguici su