...dove le stesse mani
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Sinossi
Lo spettacolo si articola tra italiano e dialetto, in un racconto, intervallato da canti popolari, che ha come voce narrante un uomo che è stato ucciso per sbaglio dalla Mafia.
Attraverso il topos dell’apparizione in sogno, il protagonista, Pino, si rivolge al suo cugino più piccolo, Tanino, evocando l’infanzia ormai lontana, le filastrocche, i tempi andati, la fame, il suo matrimonio e i suoi figli.
Ora però Pino “sta bene qui”, nel giardino dei morti di Mafia - una sorta di paradiso laico - e Tanino “glielo deve dire alla mamma che non deve piangere”.
Tra ulivi e carrubi, le parole si snodano come un lungo corteo che attraversa la Sicilia e tutto il Sud percorrendo dall’alto luoghi dimenticati, perché riaffiorino alla memoria spogliati delle loro vesti violente, sfiorati, ora, da una luce rarefatta.
Scritto e diretto da Dario Muratore e Dario Mangiaracina
con Dario Muratore
musiche originali eseguite dal vivo Dario Mangiaracina
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