Leonce und Lena Anplagghed
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Che differenza c’e tra noia e ozio? Buchner (classe 1813, rivoluzionario, scienziato, filosofo, scrittore) ci porta all’interno di questo mondo facendoci parteggiare alle volte per Valerio alle volte per Leonce in un’eterna sfida. Leonce e Lena è una commedia-favola che ha in sé tutto il teatro moderno: l’unica azione è quella mentale, i personaggi sono quasi marionette che ricordano a tratti Maeterlinck ed è centrale il tema della morte e dell’esistenza che facilmente ricorda il lavoro beckettiano.
Orari repliche:
dal 5 all’8 maggio ore 21:00
dall’11 al 15 maggio ore 19:30
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Che differenza c’e tra noia e ozio? Buchner (classe 1813, rivoluzionario, scienziato, filosofo, scrittore) ci porta all’interno di questo mondo facendoci parteggiare alle volte per Valerio alle volte per Leonce in un’eterna sfida. Leonce e Lena è una commedia-favola che ha in sé tutto il teatro moderno: l’unica azione è quella mentale, i personaggi sono quasi marionette che ricordano a tratti Maeterlinck ed è centrale il tema della morte e dell’esistenza che facilmente ricorda il lavoro beckettiano.
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Sara
8 maggio 2016
Il testo è di Büchner, non c’è da meravigliarsi che sia di una poesia rara alle nostre orecchie. Ma per saperla interpretare, questa poesia, per far sì che non diventi un ostacolo, ma un flusso di parole che ci trascina nella storia come in un fiume, bisogna essere bravi attori. E questo, per fortuna, è proprio il nostro caso!
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Federica
10 maggio 2016
Una favola dagli echi da dramma shakespeariano o un’opera che sfiora il teatro dell’assurdo? Un testo davvero sorprendente… Interpretato con una messa in scena capace di nascondere a occhi contemporanei il secolo e mezzo che è passato dalla sua stesura. Il ritmo è incalzante e fresco, la scenografia semplice ma molto efficace, i dettagli curati, e raramente ho visto degli attori così attenti al loro pubblico. Anche se in una location come questa è complesso ricreare la magica atmosfera del teatro, gli attori ne sono perfettamente in grado e ci immergono nel mondo immaginario del testo, sfruttando l’angustia dello spazio per creare un rapporto ancora più intimo con il pubblico. Applaudo ancora, davanti al computer
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