SALVO BUON FINE
Luogo
Periodo
Festival
Ingresso
Informazioni
Biglietteria presso AMANTES
Via Principe Amedeo 38/a
Aperta dal 7 al 17 maggio tutti i giorni dalle ore 14.00 alle ore 21.00.
Il 6 maggio apertura straordinaria dalle 19,00 alle 21,00.
L’ 11 maggio la biglietteria resterà chiusa.
prenotazioni: 388 3425483 / 366 9354219 - biglietteria@tofringe.it
I biglietti per gli spettacoli in scena la sera stessa possono essere acquistati presso la biglietteria entro le ore 17.00 (oppure dalle 17.30 direttamente presso il locale dello spettacolo).
Presso i locali, durante il Festival, dalle ore 17.30 si possono acquistare solo i biglietti per gli spettacoli in programma nel locale stesso.
Prezzi e abbonamenti
INTERO 8,00
BAMBINI (fino a 10 anni) 5,00
CARNET ONESTO (5 biglietti) 35,00
CARNET 30 e lode (5 biglietti per studenti fino a 26 anni) 30,00
Gli abbonamenti sono acquistabili esclusivamente in biglietteria.
In tutti i Circoli ARCI che accolgono gli spettacoli TOFRINGE, durante i giorni del Festival negli orari di spettacolo, non sarà richiesta la tessera ARCI.
Contatti
Sinossi
Nasce da una reazione, dalla perdita, dalla morte, dall’assurda condizione disumana di necessaria lucidità, quando non ci sarebbe nulla di più umano che perdersi nel dolore. Da una grande amarezza e dal tentativo di addolcirla con il pretesto di una grandiosa incazzatura. E’ un monologo/performance che prevede in alcune parti il coinvolgimento del pubblico. L’attore individua tra gli spettatori il Padre e il Figlio ai quali consegna una lettura da leggere in un rito che, come ironica messa profana, si rifà al linguaggio biblico. Una domanda resta sospesa: Padre, dov’è la salvezza? Poi l’inganno; un personaggio ambiguo sottopone il Padre ad una singolare ipnosi costringendolo, con un cialtronesco raggiro, a firmare un mutuo trentennale. Seguono giorni kafkiani in cui, dopo la morte del padre, un figlio è costretto a sempre più inquietanti dialoghi con funzionari di banca, notai, cancellieri e assicuratori. Spinto dalla rabbia e dal dolore, nei pochi momenti di pace, punta il dito contro i responsabili: entità senza faccia in grado di far funzionare la repubblica burocratica in cambio di stipendi fissi e carriere. Infine una lettera al padre, tra adulti.La salvezz...
Vai alla scheda dello spettacoloDate e orari
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Una storia di denuncia che sembra un'esperienza personale. Ben interpretato e coinvolgente.
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Tutti dovrebbero vedere questo meraviglioso lavoro di Lorenzo Bartoli! Intenso, Esilarante, Cinico, VERO..
Io sono una figlia.
Noi siamo tutti figli.
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Dal titolo ti aspetti uno spettacolo di denuncia allo strapotere finanziario. Anche, ma la storia narrata da Lorenzo Bartoli è poetica, molto personale, struggente. Commovente!! Quello ke muove le fila dello spettacolo è un padre generoso, un figlio inconsapevole della propria fortuna e il rammarico di doversi rivolgere a questa realtà solo quando l'ometto del mutuo si fà avanti, rappresentando un dio ke chiede, chiede, e ancora chiede per rimettere i peccati di un padre ke già aveva adorato quel dio, sacrificandogli la sua stessa esistenza. Il linguaggio usato all'inizio dello spettacolo è sornione, nel senso vero del termine!
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Narrazione, happening e funzione religiosa assieme.
Il racconto del sacrificio di un padre per assicurare un futuro luminoso al figliol prodigo e "beone". Alla morte del padre, il figlio si ritrova in un vortice assurdo e amaro: un mutuo non saldato, funzionari di banca, capi di funzionari di banca, notai, burocrazia…
Il racconto dei fatti emerge a tratti, ciò che importa e lega lo spettacolo è l’incazzatura che Lorenzo Bartoli offre al pubblico, assieme al suo intimo ricordo-confessione del padre e alla riflessione su quel passaggio di vita.
È uno spettacolo onesto con un linguaggio personalissimo e in continua evoluzione: se al primo debutto si sentiva preponderante il tono religioso e i tempi dilatati, adesso lo spettacolo scorre più fluido, e la storia viene maggiormente condivisa col pubblico e resa universale.
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testo intenso, pieno di poesia e di giusta rabbia. Una storia che è così reale da diventare mistica, dolorosa. Grande Lorenzo Bartoli che con ironia forza e inventiva ha saputo esprimere l'incazzatura e l'impotenza di noi"figli nati dal padre" trascinati in un vortice incontrollabile.
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Un'istantanea che cattura la realtà di una generazione, una realtà amara e rabbiosa raccontata però con grande ironia e lucidità. Lo spettacolo è emozionante, l'attore bravo, il testo intelligente, le musiche bellissime. Vi consiglio di non perderlo assolutamente!
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Spettacolo particolare con una tematica molto attuale, il menefreghismo emotivo votato al dio denaro. Ben contestualizzato, mischia emozioni e protesta. Toccante, energico, spigoloso, innovativo.
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Bravissimo attore! Spettacolo composito dai tanti toni per raccontare un passaggio (uno strappo) generazionale. Ho apprezzato soprattutto la prima parte, ma – complessivamente – la "polifonia" e il ritmo rendono bene la complessità del tema. Con un misto di ironia, grottesco, parodia, tragicità.
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lorenzo bartoli è interprete e autore fuori dall'ordinario. uno spirito leggero e amaro bussa alla porta delle nostre coscienze, mette in allarme , denuncia i 'Capi, che mai si mostreranno ', con sorriso e sana rabbia . 'bisognerebbe ogni tanto occupare le banche' e viaggiare verso i Guaranì , in moto guzzi. musiche dense. si ride e si piange. da vedere da vedere da vedere .
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