HABITAT PER ALDA
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Sinossi
“Habitat per Alda” è una piccola creazione di parole e musica impastati sui versi poetici e prosaici di Alda Merini. Ci ha guidato la scelta di attraversare i luoghi abitati dalla poetessa milanese, scomparsa il primo novembre del 2009. E la volontà di darle una casa, un rifugio, visto che la sua abitazione in Ripa di Porta Ticinese 47 non è stata salvaguardata da una furia ordinatrice e miope. Pochi sanno che quella non era una semplice abitazione, ma la casa della poesia, una bottega d’idee e pensieri; la sua casa era musica, lei era musica, nei suoi occhi e nelle sue parole; sulle pareti frasi scritte con colori diversi, con il rossetto: appunti per nuove poesie, numeri di telefono, nomi. “Sulla carta li perderei, sui muri prima o poi li trovo …”.
La musica è certamente stata sempre molto presente nella vita di Alda Merini, da Patty Pravo a Shubert, che lei amava suonare al pianoforte, a casa. Nel nostro spettacolo-concerto la musica crea un habitat accogliente ed adeguato alla voce umana della poesia di Alda. Gli strumenti del trio si fondono al suono della voce, facendosi quartetto. Un “tema d’amore” si costruisce piano piano. Mentre la figura di Alda tra le sue parole diventa più definita, calda, presente, la melodia si svela in un canto ad libitum.
[…]. Alda Merini, la poetessa milanese, la cui casa, dopo la sua scomparsa, è stata impacchettata e svuotata, si materializza in scena grazie all’interpretazione di Raffaella Tomellini, che è Merini, non la copia. Il progetto dell’opera nasce da un’idea di Tomellini e del sassofonista Roberto Regis, insieme hanno concertato un lavoro che inserisse la poesia e certi stralci biografici di Merini in una cornice sonora, come se la poetessa, una sera, avesse deciso di partecipare ad una jam session. Tomellini è statuaria ed elegante; in certi momenti, grazie anche alle luci, sembra una bambola, ha un abito bianco lungo da sposa coperto da una giacca scura di foggia maschile, è scalza, è libera, è gioiosamente folle e contagiosa, ma ha in sé i germi di un dolore profondo e solo sopito, quello dell’atroce esperienza di reclusione in manicomio. Si riserva, l’attrice, la zona a sinistra del palco, a destra sono disposti il batterista Paolo Franciscone, il contrabbassista Maurizio Bucca, il sax ed il clarinetto di Regis. E’ una temperie poetica; la melodia, scritta, lascia aperti alcuni spazi in cui incasellare l’estro creativo, il fiume di note travolge la verseggiatrice e l’induce a raccontare di sé, della sua casa, dei Navigli, dell’amata città, delle ispirazioni che qui acquistano lo spessore del ritmo come impazzito del batterista, il quale suona lo strumento, poi l’aria, poi sé stesso, a mani nude.
recensione di Maura Sesia on line sul sito www.sistemateatrotorino.it novembre 2011
in scena Raffaella Tomellini
con
Roberto Regis al sax
Paolo Franciscone alla batteria
Maurizio Bucca al contrabbasso
testi di Alda Merini
musiche di Roberto Regis
ideazione di Roberto Regis e Raffaella Tomellini
luci di Simona Gallo
un ringraziamento particolare a Silvia Bosurgi
Gallery
Prossime date
Nessuna data in programma
Scheda tecnica
PERSONALE E TEMPI DELLA SCENA
1 attrice
3 musicisti (contrabasso, batteria, sax)
Tempo di montaggio 6 ore
Tempo di smontaggio 1 ora
ESIGENZE GENERALI:
Spazio scenico minimo: 6x6 m.
Carico elettrico minimo: 15 KW
MATERIALE TECNICO:
LUCI:
minimo 12 canali dimmer
consolle luci con memorie
18 PC 1000w con portagel e bandiere
4 sagomatori
6 par
2 domino 1000w
sdoppi e cavi per il cablaggio
rimando dmx su palco
In assenza di graticcio o di americane utilizzabili:
n.4 piantane 3,80m (wind-up)
AUDIO:
impianto audio adeguato alla sala
2 monitor su palco
mixer audio
1 mic shure sm58 su asta
1 mic per contrabbasso (fornito dalla compagnia)
regia fondo sala, ciabatta per ritorni audio
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