Il bacio della vedova
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mah... tra tutti gli spettacoli visti al fringe festival è stato il meno convincente. gli attori erano a tratti poco autentici, la recitazione risultava urlata a scapito del sentimento, che non passava, qualora ci fosse. la scelta del cast non è stata felice: la marcata differenza di età tra i tre protagonisti, che nella storia sarebbero stati coetanei, era disturbante. un Ferrini purtroppo al di sotto delle sue possibilita' e delle sue precedenti interpretazioni.
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un pugno nello stomaco..ciò che Jurij, Francesco e Rebecca sono riusciti a trasmettere è uno stravolgimento dei sensi..il tempo si è fermato, ma il sangue scorre in un turbinio di adrenalina che esplode in un applauso meritatissimo..ecco, ora posso riprendere a respirare.
grazie
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Spettacolo intenso. Mi è piaciuto.
Una scenografia semplice ma efficace in una location di impatto che pareva fatta apposta per lo spettacolo.
Attori tutti molto bravi. Inizialmente Jurij Ferrini spicca per la maggiore naturalezza che riesce a rendere nei momenti di minore tensione. Poi, con il crescendo, Francesco Gargiulo e Roberta Rossetti riescono a inchiodarti alla sedia con la loro intensità.
Si inizia in punta dei piedi, a parte qualche immagine a schiaffo che fa presagire il futuro. Un continuo alternarsi di tensione e leggerezze, fino all'arrivo della vedova. Con lei le leggerezze spariscono gradualmente, per far strada a un crescendo sempre più efficace che si chiude con una fotografia finale da pelle d’oca.
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Un'ora e mezza di spettacolo avvincente, la location del Samo si presta benissimo. Gli attori invece ricevono giudizi contrastanti. Molto interessanti la storia e i dialoghi. Ci si alza dalla sedia un po' provati dall escalation finale....consigliato!
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Al passato non si sfugge. Il passato non dimentica. In un crescendo di intensità i tre personaggi lasciano cadere le maschere per guardarsi con gli occhi degli adolescenti che dentro sono ancora, uniti da un ricordo che, a differenza della carta straccia, non si può pressare e riciclare. Mentre tutto torna a galla gli attori acquistano credibilità e anche i dialoghi si fanno più fluidi, accompagnati dagli spettatori che non possono fare a meno di assecondarne il ritmo. Particolarmente efficaci la location e l'allestimento scenico.
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Ottimo.
Location azzeccata, luce meravigliosa, testo avvincente, attori bravissimi.
Davvero felice di essere stata spettatrice.
Spettacolo che insegna l'arte dello stare in relazione in scena.
Grazie
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Un thriller a ritmo serrato e molto ben interpretato, su un testo molto bello nel suo ritratto spietato della provincia americana degli anni '60, tutta desolazione , degrado e violenza.
Un ritrovo casuale tra compagni di scuola in cui riaffiorano i ricordi del passato...una scenografia suggestiva a rappresentare un magazzino di carta straccia..forse valeva la pena di farla "vivere" di piu'. I dialoghi sono un po' troppo "gridati", è un effetto voluto ma secondo me eccessivo. Nel complesso uno spettacolo senz'altro da vedere .
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Ottima ambientazione, efficacissime la scenografia e la disposizione dello spazio scenico: il pubblico si sente coinvolto nella storia, "respira" la polvere e lo squallore di vite e luoghi ai margini di tutto. Molto abile la regia che, tra le altre cose, consente agli spettatori di godere appieno dello spettacolo da qualsiasi lato essi siano seduti. Bravissimi Jurij Ferrini e Francesco Gargiulo, intensissimi anche nel rendere il rapporto sotteso dominatore/dominato, che si inverte di continuo, tra i due disperati protagonisti. Davvero eccezionale Rebecca Rossetti, in grado di passare repentinamente dall'apparente distacco e algidità a momenti di vibrante intensità drammatica. Si rimane colpiti dalla sua presenza scenica e dalla sua recitazione totale corpo/voce. Lo spettacolo fa vivere forti emozioni e il pubblico rimane spesso col fiato sospeso.
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Insindacabile in positivo scenografia e scelta del testo, nonché interpretazione corporea degli attori.. Godibile come spettacolo.
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America. Anni 60. Provincia. Per me, generazione di Easy rider, è di per sé un contesto di amarezza e di desolazione. E questa storia non smentisce. Violenza, aggressività, falsità, disprezzo, vendetta. Eppure cominci e in un volo sei davanti al finale un po’ agghiacciato e un po’ commosso. Gli attori riescono a trascinarti dentro, a farti allibire e sconcertare per la crudezza che per me è tipica di America. Anni 60. Provincia. Bello. Permettetemi di dire anche due parole per il locale. Il Samo è un luogo molto piacevole e spazioso. Le persone sono cortesi e accoglienti. Ci si sta Bene. E si mangia benissimo. Grazie
Carmen
Sinossi
The widow’s blind date un ”thriller teatrale” che incolla letteralmente gli spettatori fino alle battute finali. Questa storia e la sua scrittura appartengono ad un genere teatrale davvero poco frequentato dagli autori contemporanei che scrivono per la scena europea.
Arci e George lavorano in un deposito di raccolta carta, in una squallida provincia americana del Massachussetts. A fine giornata Arci ha un appuntamento con un ex compagna di scuola che ha incrociato in città per caso poche ore prima. Sarà un incontro che cambierà per sempre le loro vite…
Autore: Israel Horovitz
Traduttore. Mariella Minozzi
Adattamento: Andrea Quacquarelli
Regia: Jurij Ferrini
Con: Jurij Ferrini, Francesco Gargiulo, Rebecca Rossetti.
Assistente alla regia: Lia Tomatis
Tecnico di regia: Anna Montalenti
Produzione esecutiva: Wilma Sciutto
Promozione e distribuzione: Valentina Pollani e Cristina Gambellin
Mr. Israel Horovitz é rappresentato dalla Agence MCR, Paris.
Per l’italia i diritti di "The Widow’s blind date"sono tutelati dall’Agenzia Danesi Tolnay, Roma.
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