La beatitudine
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Meraviglioso...per chi vi segue da sempre, la sintesi di tutti i pregi delle vostre opere precedenti! Testi limpidi...regia acuta...
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Spettacolo geometrico, ortogonale, a spirale. Un vortice che spezza le linee del reale e ti porta via. (Peccato il ritorno al binomio sesso/violenza). Mi è piaciuto. Ho pianto. Mi ha portato lontano. Grazie.
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Uno spettacolo in cui identificarsi quando non si ha più la percezione di sé.
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Tema e musiche ben svolti e selezionati. Licia è sempre eccezionale.
Arrivarci a 78 anni come la nonna...
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Brividi e commozione. Veramente una splendida interpretazione.
Pagine
Sinossi
Una scorribanda tra sesso e potere che, senza dimenticare la solita cattiveria delle Fibre, strizza l'occhio a Foucault, intellettuale da esportazione.
In vita, ricerchiamo la nostra beatitudine e alcune volte essa passa attraverso il sesso. Siamo disposti a correre rischi incalcolabili, a scambiare ogni cosa, a perdere tutto, pur di raggiungere quello stadio estatico che dura così poco, ma che riesce a nutrire il nostro corpo e il nostro animo di una felicità che moltiplica la nostra potenza e la nostra gioia di essere in vita.
Questa è una storia in bilico tra reale e irreale, tra tangibile e immaginato, tra materia e pensiero. Una storia di una generazione segnata dall'insoddisfazione e dall'infelicità, esseri umani che confondono la realtà e la finzione e vanno inconsapevolmente dritti verso la distruzione.
Il teatro stesso è continuamente esposto alla gogna della finzione e per questo, in questi anni dominati dall'iper-realismo, è in pericolo: credere ad un attore che recita è faticoso e, in alcuni casi, è diventato superfluo, superato, inattuale. Ma quel teatrante che si agita sul palco, come preso dalla morsa di una tagliola, ha il potere di trasformare la percezione della realtà di un gruppo di persone che continua a darsi appuntamento in luoghi chiamati teatri per provare a sentire insieme le stesse cose. Una comunità tenuta assieme da una tensione comune.
Licia Lanera e Riccardo Spagnulo
di Riccardo Spagnulo
regia Licia Lanera
di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo
drammaturgia Riccardo Spagnulo
con Mino Decataldo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Riccardo Spagnulo, Lucia Zotti
luci Vincent Longuemare
assistente alla regia Ilaria Martinelli
organizzazione Antonella Dipierro
tecnico di palco Amedeo Russi
regia e spazio Licia Lanera
produzione Fibre Parallele
coproduzione Festival delle Colline Torinesi, CO&MA Soc. Coop. Costing & Management
e con il sostegno di Consorzio Teatri di Bari - Nuovo Teatro Abeliano
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