LA FISARMONICA VERDE
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Spettacolo dove il NON dimenticare rimarrà nella MEMORIA, dove una verde fisarmonica intreccerà la vita di un Padre e un figlio, portandoti a vivere storie da non dimenticare. Personalmente facevo fatica a seguire la storia, perché ero davanti in un punto scomodo e gli spostamenti di luogo e di tempo dello spettacolo non mi aiutavano a seguire.
Non è andata benissimo, ma si vede un grande lavoro.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Una storia commuovente e ricca d'emozione.
Dove si racconta una storia vera e che sicuramente merita di esser raccontata per onorare tutte le persone che hanno vissuto quei giorni terribili! La narrazione e la profondità di un tema simile, sfortunatamente, non è stato accompagnato nel giusto modo e per tal motivo non sono riuscita a seguire esattamente ogni passaggio poiché ci sono stati tantissimi salti temporali, spaziali e la densità del racconto non è stata d'aiuto. Nonostante ciò ho apprezzato la recitazione dei tre attori (a volte forse un po' rigida) che hanno scandito bene il ritmo incalzante della storia con rumori e musica. Per concludere, avrei molto apprezzato dei momenti di pausa per poter rielaborare ogni singolo passaggio e sicuramente un supporto visivo sarebbe stato d'aiuto in alcuni momenti.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Un progetto che sembra pensato per la scrittura e l'uscita di un libro, più che per uno spettacolo teatrale. La storia vera di un padre e di un figlio in cui il figlio, davvero in scena, s'interroga sul perchè della difficile comunicazione con il genitore. Sul palco ci sono i traumi del passato, le lacerazioni dell'individuo (che nel tempo mutano e diventano storie), racconti della stufa e momenti inenarrabili vissuti con vergogna e troppo dolore. Gli ingredienti per un grande spettacolo ci sarebbero tutti: non manca l'ottima musica, le belle illustrazioni a fare da fondale e una storia importante che -come già detto- ha un valore alto e potente.
Sembra mancare, però, fluidità da parte degli attori in scena; c'è imbarazzo, qualche vuoto di memoria, lo spettatore spesso si trova spaesato, disorientato, escluso in certi passaggi. L'interazione con la sala è cercata e presente all'inizio, poi viene meno e si perde. Ci si perde.
Sembra che lo spettacolo debba ancora "farsi", rodare, esistere in altre date, per consolidarsi ulteriormente e raggiungere qualche punto fermo in più.
Ho sentito l'esigenza di andare oltre la storia vera, lacerante, straziante (che diventa fondamentale testimonianza e condivisione di memoria) per arrivare a uno spettacolo più chiaro nei suoi passaggi formali, tecnici, e non solo emozionali.
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Lo spettacolo racconta di un figlio che va alla scoperta della storia del padre attraverso la sua terra, la Sardegna, le sue lettere scritte durante la prigionia nel campo di concentramento e i suoi silenzi.
La storia portata in scena è confusa dovuta al fatto che ci sono dei passaggi spazio-temporale non chiari.
Questa carenza tecnica è, però, supportata dalla storia di per sé potente, bella e intima (forse un po troppo dato dal coinvolgimento personale di uno dei attori).
Sinossi
Lo spettacolo racconta la Seconda Guerra Mondiale attraverso il recupero del rapporto tra un padre, Gavino, internato in un campo di concentramento in Germania, e il figlio Andrea, che dopo la sua morte cerca di ricostruire i momenti salienti della sua vita in base agli oggetti che il padre ha lasciato. Tra gli oggetti, anche un documento firmato da Gavino e da altri soldati, internati nel campo di concentramento di Lengenfeld per motivi politici. È la denuncia della strage commessa da Joseph Hartmann quando il 14 aprile 1945 fece chiudere in una baracca di legno un centinaio di internati politici, per dargli fuoco. Alcuni prigionieri provarono a scappare e vennero raggiunti dai colpi di pistola sparati dallo stesso Hartmann, altri riuscirono a fuggire ma una quarantina di loro morì tra le fiamme. Quel documento spinge Andrea a cercare di sapere di più del padre. Decide allora di andare a visitare i luoghi di origine di Gavino: la Sardegna. Nella vecchia casa di famiglia recupera una fisarmonica, dei dischi di musica italiana degli anni ’40 e un cappottone militare. I ricordi diventano più precisi, i racconti della guerra più chiari. In questo viaggio verso il padre, Andrea scopre l’atrocità della guerra.
Sardegna Teatro - Tetes de Bois – Centro Mediterraneo delle Arti
Di Andrea Satta
Regia Ulderico Pesce
Con Andrea Satta, Ulderico Pesce, Angelo Pelini al pianoforte
Tratto dal libro di Andrea Satta La fisarmonica verde
Adattamento teatrale Ulderico Pesce e Andrea Satta
Musiche Têtes de Bois
Gallery
Prossime date
Nessuna data in programma
Scheda tecnica
Scheda tecnica non disponibile.
Seguici su