Made in ilva
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L'attore e' disumanizzato. La precisione d'esecuzione del compito attoriale e' maniacale, bio-meccanica. In quanto uono macchina, si fonde con il messaggio-critica di vita Made in Ilva: ne diventa incarnazione.
L'estetica metallica raggiunge spesso punte di fascino sublime, ma cio' nonostante puo' non piacere (a tutti), soprattutto se cio' che da pubblico ci si aspetta e' la visione di degrado e di sofferenza umana.
Da me, enorme apprezzamento per la qualita' eccelsa del lavoro.
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Magico e un po' ipnotico il movimento del corpo dell'attore, la concatenazione e la fluidità di un movimento che "viene da dentro", per urlare qualcosa che dev'essere udito fuori. E che si sente, eccome!
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Appassionante, emozionante, ottimi spunti e l'utilizzo della struttura di ferra. Grazie per le emozioni.
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Spettacolo prezioso: trasmette il ritmo della brutalizzazione. Rocco.
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1 " materia" difficile da trattare. In Ilva e a teatro.
Voi l'avete fatto bene, a differenza della realtà di Taranto...
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A) complimenti per l'operazione furbetta.
B) la fiera della retorica. di più era difficile.
C) se lo fate vedere a quelli dell'Ilva: ve menano. sicuro.
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Interprete bravissimo ma spettacolo in cui si rincorre la trovata...Questo mi ha reso dubbiosa sul lavoro.
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Ma perchè usi 100.000 movimenti quando potresti farne 10? Belle le ripetizioni, ma durano troppo poco. La voce dovrebbe essere solo di lei. Te non ti si sente.
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Emozionante e coinvolgente: visto il tema non facile un risultato notevole.
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Sinossi
Definito un capolavoro di teatro fisico, un esempio di “biomeccanica contemporanea”, MADE IN ILVA ha ricevuto nel 2014 la nomination al Total Theatre Award al Fringe Festival di Edimburgo, dopo aver collezionato numerosi premi per l’impegno civile e la sperimentazione.
La drammaturgia intreccia le testimonianze dei lavoratori dell’ILVA di Taranto a frammenti di testo del poeta Luigi di Ruscio, musiche e canti appositamente composti.
Lo spettacolo utilizza un approccio fisico, poetico e di forte impatto visivo per esprimere una critica al processo di “brutalizzazione”, generato dal sistema di produzione contemporaneo, che porta l’essere umano all’alienazione.
Un assolo in cui l’attore compie azioni acrobatiche e ripetitive all’interno di strutture metalliche interagendo con videoproiezioni, suoni ossessivi e una suadente voce femminile che gli ordina: Lavora! Produci! Agisci! Crea!
Total Theatre Awards nomination al Fringe Festival di Edimburgo 2014
Premio Cassino OFF “Teatri di vita” per l’impegno civile nelle arti sceniche 2014
Premio Antonio Landieri – Teatro d’Impegno Civile 2013
Premio della critica Ermo Colle 2013
II° Premio della giuria Museo Cervi al Festival di resistenza 2013
Premio sezione internazionale al 16° IIFUT International Festival 2013 Iran
Progetto di spettacolo selezionato dalla giuria dello STOFF Stockholm Fringe Fest 2012 Svezia
Progetto di spettacolo selezionato dalla giuria Visionari del Festival Kilowatt 2011 Sansepolcro
Regia Anna Dora Dorno
Con Nicola Pianzola
Canti originali e voce dal vivo Anna Dora Dorno
Musiche Riccardo Nanni
Oggetti di scena Nicoletta Casali
Scene e disegno luci Anna Dora Dorno
Video Nicola Pianzola
Composizione drammaturgica originale a cura di Anna Dora Dorno sulle testimonianze degli operai dell’ILVA di Taranto
Produzione INSTABILI VAGANTI
con il sostegno di Spazio OFF di Trento
Gallery
Prossime date
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Scheda tecnica
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