Vernice
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Ho avuto la possibilità di assistere allo spettacolo più volte: alla Prima e anche alla ex-caserma di via Asti. E' stata una grande emozione entrambe le volte, ma la seconda ho avuto un tuffo al cuore, segno del fatto che lo spettacolo migliora di continuo ed è il risultato del lavoro costante di attori e regia per ricercare il gesto puro e la semplicità scenica.
E' interessante anche notare come gli attori si muovano sempre nella logica del gruppo e mai del singolo e, anche se non su palco, continuino a rimanere concentrati e partecipino alla scena.
Dopo essere stata per parecchi mesi lontana dal teatro non ho potuto non sentire, grazie a voi, una profonda volontà di ricominciare con più passione di prima.
GRAZIE!
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Ho visto lo spettacolo a Torino il 29-06-2015 presso la caserma La Marmora.
Premetto di essere uno studente alle "elementari" del teatro per cui il mio tip vale poco ma mi fa piacere lasciarlo per le belle sensazioni provate a vedere questo gruppo al lavoro. L'armonia si percepisce chiaramente, luci suoni, movimenti mi son parsi ben studiati ed eseguiti, ciò immerso nel contesto generale cioè il sociale, argomento a me caro.
Grazie per lo spettacolo, al prossimo
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Ottimo spettacolo, attori convinti del proprio lavoro sulla scena, e conseguenza del coivolgimento dello spettatore...e poi quanti ricordi...ah Ahh...la "memoria" questa conosciuta
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..Dimenticavo...Lo spettacolo l'ho visto a Torino in Via Asti presso La Ex Casema LAMARMORA
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ho visto lo spettacolo a Torino il 29.06.2015.
Sono ormai undici anni che mi occupo di teatro sia come spettatrice che come attrice.
Devo dire che spettacoli con una regia così accurata e quasi tecnicamente perfetta, ne ho visti pochi.
Lo spettatore si concentra sulla storia in se, dimenticandosi delle singole performances degli attori, i quali diventano un "concerto" di voci e presenze.
Non c'è nulla di lasciato al caso. E' chiaro che lo spettacolo è stato provato e riprovato più volte perchè tutto funzioni al millesimo di secondo.
Complimenti non solo a chi era in scena, ma soprattutto a tutti quelli che erano dietro le quinte e soprattutto a regista ed aiuto regista.
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Avevo sentito a lungo parlare di voi, finalmente sono riuscita a vedervi. Spettacolo coinvolgente, carico di emozioni che si susseguono via via lo spettacolo si sviluppa. Ho ritrovato i racconti del mondo lavorativo di mio padre. Bravi tutti gli attori, mai eccessivi sempre in equilibrio. Regia attenta e sapiente. Belle musiche. Bravi! Bravi! Che emozioni! A quando il prossimo spettacolo?
Ho visto lo spettacolo lunedì 29 giugno alla caserma lamarmora Torino
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Ho assistito allo spettacolo domenica 21 giugno 2015 presso il circolo Arci Samo di Torino. Il luogo aiuta lo spettacolo essendo un ex-complesso industriale e facilita l'adesione dello spettatore alla naturalezza comunicativa dello spettacolo. La compagnia semi-professionistica Teatro Villaggio Indipendente ha all'attivo già molte produzioni interessanti e questo Vernice è un forte segno di audacia e talento, nei tempi attuali in cui già le compagnie professionistiche riconosciute faticano a trovare un sostegno e spazi adatti per il loro lavoro nel critico panorama teatrale italiano e ci ricordano il grande valore che ha la passione artistica e il talento. Lo spettacolo si immerge nelle storie di fabbrica di vernici della Paramatti con una visione densa (e priva di acqua di rose) in cui i nove attori danno prova di un buon ascolto e affiatamento. Le scelte registiche sono molto studiate e lo stile mescola con un buon equilibrio tragico, naturalistico/drammatico, surreale/brillante.
I video/intervista di lavoratori e lavoratrici della Paramatti all'inizio dello spettacolo fanno morbidamente entrare lo spettatore nella prima scena. Le scene si alternano con un buon flusso di continuità. Gli attori anche quando non sono direttamente coinvolti sono sempre in scena seduti ai bordi della pedana centrale, cambiandosi a vista ma rimanendo sempre concentrati, restando sempre in contatto con il focus della scena in corso con reazioni-cornice mai caricate ma naturali. Una delle cose da sottolineare è il lavoro vocale e gestuale del coro che in quasi tutte le scene va ad aumentare la carica drammatico/emotiva dell'attore o degli attori impegnati nel monologo o nei dialoghi. Non ci sono sentimentalismi né buonismi. Tutto scorre con un buon ritmo e senza mai mollare la presa sullo spettatore che viene trascinato nel evolversi delle scene per un'ora e dieci circa. Molto emozionanti in particolare tre momenti: quello che parla della maternità delle donne lavoratrici in cui la tragedia attraverso discussioni "da bar" della classe dirigente e per questo ancora più inquietante; quello in cui una figlia (l'attrice Valentina Cardinali) si confronta con il padre riguardo al rifiuto di andare a lavorare in fabbrica; e tra le scene più forti risalta quella in cui un operaio (interpretato dal bravo Giueppe Caradonna) parla di come è morto durante il rogo della fabbrica. In questi momenti, ma anche in altri momenti dello spettacolo, è percepibile la forte carica emotiva di attori e pubblico e che ricorda senza tanta retorica l'importanza del Rito collettivo creato dal Teatro ("L'arte non è che un veicolo - Jerzy Grotowski")
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Ho assistito a "Vernice" allo spazio SAMO domenica 21 giugno. Emozioni, ricordi, sensazioni... grazie a tutta la Compagnia teatrovillaggioindipendente per la bravura e per la bella serata di teatro. Evviva il teatro, evviva la cultura !!!
p.s. questo spettacolo meriterebbe di essere divulgato ovunque, spazi teatrali e non
Sinossi
Le fabbriche dismesse, racchiudono in sé un fascino particolare e melanconico. Spazi enormi, polverosi e malsani.
Oggi, capita spesso di passarci davanti e alcune di esse sono addirittura citate ad esempio nei manuali di storia dell'architettura industriale. Ci si passa davanti ogni giorno e non ci si fa più caso alla loro presenza, hanno smesso di “pulsare”, per tanti anni sono state un punto importante per molte persone. Importante per il proprio vivere e per il proprio “benessere” e malessere purtroppo. Capannoni in disuso da anni. E’ stato portato via tutto dopo fallimenti e chiusure. Le mura sono lì... Dalle macerie del lavoro non c'è più nulla, si sono salvati gli involucri. Quelli sono in piedi e trasudano storia e storie, evocano la grandezza dei processi produttivi ma raccontano anche della crisi dell'industria che li ha spazzati via nel volgere di un decennio.
di Claudio Vittone
con Sara Buono, Giuseppe Caradonna, Valentina Cardinali, Renato Cavallero, Maria Grazia Cerra, Daniela De Pellegrin, Miriam Lorefice, Alessandro Negri, Roberto Padoan, Fabiana Pilotto, Federica Vurchio
regia Massimiliano Giacometti
scenografia Yasmin Pochat
musiche Renato Ravarino
costumi Miriam Lorefice
luci Nicola Rosboch
video Stefano Sburlati
assistente regia Stefania De Biasi
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