Voci del varietà
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Sinossi
Lo spettacolo intende ricordare la vita di quelli che furono i veri artigiani della scena: commedianti la cui massima aspirazione era richiamare in platea quante più persone possibili e il pubblico pagante che avrebbe garantito incassi e fama sufficiente per sopravvivere.
Questa stessa urgenza, economica, di sopravvivenza, ci ha portate ad un atteggiamento istrionico, ad un linguaggio particolare che mescola dialetti, interpella il pubblico, lo accarezza poi lo sbeffeggia in scena, sempre in maniera diretta, in modo che tutti capiscano cosa sta succedendo.
“Voci del varietà” prevede solo due attrici sulla scena: due corpi e due voci che tenderanno a moltiplicarsi in maniera vorticosa nel corso della rappresentazione; la resa dello spettacolo è tutta affidata all'interpretazione, alla mimica e alle capacità narrative di coloro che conducono il gioco: gli attori appunto.
Qualche elemento scenico servirà a dar vita ai vari ambienti che andremo ad abitare nel corso della rappresentazione. Ci si lascerà andare ad esibizioni varie: dal canto al ballo, dai monologhi comici all'illusionismo, il tutto condito qua e là con qualche canzonetta.
Si tratta del Gran Varietà che promette e si smentisce, ma sempre a sue spese. Oltre a Petrolini chiameremo in campo Palazzeschi, De Filippo, Trilussa, e concluderemo con uno sguardo cinico e dissacrante sulla società contemporanea. Questa sorta di collage che ricorda volutamente anche le atmosfere bizzarre e improbabili delle serate Futuriste durerà all'incirca un'ora e si concluderà con uno scherzo in versi, ancora tratto da Palazzeschi, il quale sembra volerci dimostrare che l'arte non è una cosa seria, a conferma l'urlo che suggella il finale: "E lasciateci divertire!"
con Anna Fantozzi e Alessandra Deffacis
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